Varie sono le immagini che possono esprimere il significato della locuzione inglese stand-by, tuttavia la più astratta, in
cui tutte le altre si possono riassumere, è quella di qualcosa immediatamente disponibile all’utilizzo. Stand letteralmente
significa , by . Ma se qualcosa sta in piedi, vuol dire anche che esiste, e se sta vicino, significa
che può essere adoperata da colui che si trova nei suoi dintorni.
Ecco perché nelle diverse branche dell’economia, vengono qualificate stand-by tutte quelle situazioni in cui un soggetto
può impiegare liberamente di alcunché posto a sua disposizione.
In ambito bancario vengono definiti stand-by quelle linee di credito a favore di un’impresa, dalle quali quest’ultima può
attingere liberamente, in una o più soluzione, secondo le proprie necessità. Esse si differenziano dai mutui veri e propri
poiché, con questi, l’intero ammontare concesso a prestito viene attribuito all’impresa in un unico momento, all’apertura
del credito. L’impresa poi può disporne come crede, senza dover seguire specifiche regole di utilizzazione, salvo l’impegno di rimborsare il capitale e pagare gli interessi.
Con un prestito stand-by, invece, viene messo a disposizione dell’impresa un ammontare massimo di risorse monetarie,
che può essere utilizzato, in tutto o in parte, per un periodo limitato, di solito non superiore a tre mesi. Prima di ottenerne la disponibilità, l’impresa deve indicare alle banche, con un congruo preavviso, per esempio 15 giorni, la somma di
cui necessita. Decorso il periodo di utilizzo, l’impresa può comunicare alle banche, con un preavviso concordato, l’intenzione di disporre della somma anche per il periodo successivo.
Sulle somme utilizzate in ciascun periodo viene applicato un interesse di riferimento, generalmente calcolato come il
prime rate all’inizio del periodo più uno spread, ossia un differenziale stabilito per contratto. Sulle somme non utilizzate,
l’impresa paga alle banche, generalmente ogni trimestre, una commissione di credito.
Inoltre, nel prestito stand-by viene di norma stipulato che l’impresa non possa disporre di una porzione qualunque della
linea di credito, ma ogni volta di un multiplo rispetto a una predeterminata somma minima. É infine spesso richiesto all’impresa di non utilizzare per un certo periodo, negli anni successivi al primo, il fido concessole, diciamo un mese all’anno; in alternativa, le può essere richiesto di non utilizzare il fido sopra una determinata percentuale, diciamo l’80 per
cento.
Nella disciplina aziendale, stand by viene anche definito l’accordo con il quale una banca d’investimento si impegna a
sottoscrivere la quota inoptata di un’emissione di titoli. In tal caso, l’impresa paga alla banca una commissione, detta
stand-by fee.
Infine, viene così detto l’accordo fra il Fondo Monetario Internazionale e uno Stato membro, in base al quale viene concesso a quest’ultimo un prestito in valuta per sopperire a un temporaneo squilibrio della bilancia dei pagamenti. Il Fondo
subordina la concessione del fido alla sottoscrizione, da parte delle autorità del Paese beneficiario, di una lettera predisposta dal Fondo stesso, in cui vengono delineate le principali misure per riportare in equilibrio la posizione economica
e finanziaria dello Stato debitore.