Termini Finanziari che Bisogna Conoscere

Ecco un elenco dei maggiori termini utilizzati nel settore di finanza, borsa e servizi assicurativi. In questo modo potrete capire meglio il vostro consulente finanziario.

Azione di risparmio
Soltanto società quotate sono autorizzate ad emettere questo tipo di azione, diversa da quella ordinaria in quanto, in questo caso, chi possiede le azioni non può votare in nessuna assemblea, sia essa ordinaria o meno; inoltre godrà di un dividendo maggiore di quello delle azioni ordinarie. Coloro a cui questo tipo di azioni sono principalmente rivolte sono senz’altro gli investitori tradizionali, che intendono risparmiare e ottenere ogni anno proventi dall’azione acquistata, senza nessuna volontà di intervento nelle dinamiche della società. Spesso questa “impotenza” dell’azionista medio nei confronti della gestione aziendale, nonostante il possesso delle azioni, non è particolarmente gradita; per questo motivo, contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare, non è affatto automatico che le azioni di risparmio sul mercato valgano più di quelle ordinarie. La società che emette azioni di risparmio ( e qualsiasi tipo di azione che implichi la mancanza di diritti di voto in assemblea) può farlo non superando il 50% del proprio capitale.

L’esistenza delle azioni di risparmio rende necessario introdurre, all’interno dell’azienda che le emette, particolari figure professionali che si occupino degli interessi degli azionisti, ovvero l’assemblea speciale (che ha il dovere di approvare le decisioni delle assemblee sociali, facendo attenzione a tutelare i propri diritti) e il cosiddetto rappresentante comune (egli è autorizzato a presenziare durante le assemblee sociali e ha il compito di eseguire le decisioni dell’assemblea speciale).

Azioni privilegiate
Chi investe in queste azioni ha diritto a ricevere una certa quota degli utili prima che questi vengano suddivisi e distribuiti fra gli azionisti ordinari. Alcune di queste azioni privilegiate prevedono anche un profitto cumulabile e il suo recupero a distanza di un dato periodo di tempo, o, nel caso la società dovesse sciogliersi, un rimborso del capitale. I gruppi che si trovano al comando di alcune società emettono questo tipo di azioni limitando il diritto di voto soltanto alle decisioni dell’assemblea straordinaria, in modo tale da non perdere i propri privilegi dirigenziali all’interno della società (emettere azioni di questo tipo è permesso limitatamente al 50% del capitale sociale).

Banca Centrale Europea
La Banca Centrale Europea è un’istituzione nata con il compito di mantenere il livello di inflazione al di sotto della soglia del 2%. Nata in corrispondenza con la creazione del trattato di Maastricht, siglato nel 1993 dai quindici presidenti dei paesi (allora) appartenenti all’Unione Europea con lo scopo di creare maggiore armonia e corrispondenza tra le varie politiche economiche dei diversi stati.

In tutto questo il ruolo della Banca Centrale Europea sarebbe stato quello di mantenere alto il livello di occupazione e di costituire un valido sostengo a una crescita economica non inflazionistica. Oltre a questo, la Banca Centrale Europea ha anche la funzione di zecca, ossia di stampare tutte le banconote di Euro in circolazione (la stampa avviene a Francoforte).

La Banca Centrale Europea gode di una struttura interna che non si distacca molto da quella della Bundesbank tedesca. Al comando ci sono i due organi di maggiore importanza ossia il comitato esecutivo, al cui vertice siede il Presidente della banca e che si occupa della parte esecutiva della politica monetaria, e il Consiglio dei Governatori, composto da una selezione di rappresentanze bancarie provenienti dai paesi della cosiddetta ‘zona Euro’ e che funge da intermediario tra la Banca Centrale Europea e le diverse banche nazionali. Il Consiglio Generale invece altro non è che una versione più estesa del Consiglio dei Governatori e vi partecipano anche alcuni dei paesi che non appartengono alla zona Euro.

La Banca Centrale Europea riesce ad agire attivamente sull’andamento economico europeo controllando il costo del denaro modificando i tassi di interesse e incrementando o diminuendo l’emissione di valuta.

Il suo principale punto dolente consisterebbe nella sua lontananza dai reali bisogni dei cittadini dell’Unione Europea. Questa distanza sarebbe espressa dalla concentrazione della BCE prevalentemente sugli aspetti inflazionistici mentre i veri problemi dei cittadini dipendono più dal tasso di occupazione e dal costo del denaro. Spesso viene criticata anche per il suo status giuridico indipendente e per la sua influenza negativa sui principali temi di politica sociale.

Banca d’Italia
La Banca d’Italia nasce nel 1893 dalla fusione di un piccolo numero di banche di minor rilievo con la Banca Nazionale del Regno d’Italia. Rimane in uno status di società per azioni fino al 1936, quando un regio decreto la incarica di mantenere una stretta vigilanza sull’intero sistema bancario del nostro paese. Nel 1948 ottiene anche il compito di determinare il tasso di sconto, che diventerà una sua prerogativa assoluta, al posto del Ministero del Tesoro, nel 1992.

Partecipa al Consiglio dei Governatori della Banca Centrale Europea, influenzandone in parte le decisioni nel campo economico europeo. Per quello che riguarda il suo intervento sul territorio italiano, il suo ruolo principale rimane quello di garante del sistema bancario nazionale. Oltre a questo ha anche il compito di supervisionare l’andamento dei mercati finanziari e di vigilare il settore dei pagamenti. Ha svolto anche la funzione di zecca di stato fino al 31 dicembre 1998, data in cui la lira ha ceduto il posto all’euro.

Ha sede a Roma, nel Palazzo Koch di via nazionale. Ne esistono altre 14 filiali sparse sul territorio italiani, ognuna delle quali ha il compito di eleggere il proprio rappresentante del Consiglio Superiore. Fanno eccezione a questa regola le città di Firenze e di Livorno, che esprimono un unico delegato. Al vertice della piramide organizzativa siede il Governatore della Banca di’Italia.

Nonostante abbia un capitale composto per il 95% da capitali privati gode di uno status giuridico pubblico grazie a una sentenza della Cassazione, che la esonera da qualsiasi tipo di fallimento. Questo particolare status consente quindi alla Banca d’Italia di intervenire e di ‘salvare’ altre banche o società.

Bull and bear
Questo genere di obbligazione nasce negli anni ’80 in territorio tedesco e giapponese, e ha lo scopo di inserire sul mercato obbligazionario un carattere nuovo di speculazione, legato all’entità del rimborso della quota incassabile nel momento in cui i titoli scadono. I bull and bear sono una sottocategoria delle obbligazioni indicizzate, ma sono diverse da queste ultime in quanto possono essere vincolate da più di un mercato allo scopo di definire il rimborso dovuto. I titoli indicizzati, al contrario, mirano a mantenere intatto il proprio potere d’acquisto ponendo le proprie basi su diversi criteri economici. L’interesse periodico fruttato dal titolo d’obbligazione, in ogni caso, resta fisso.

Buoni obbligazionari comunali
Questi buoni sono emessi da enti locali e sono volti a favorire progetti (solitamente opere pubbliche) da sviluppare all’interno del loro territorio; devono durare come minimo 5 anni, durante i quali emetteranno regolarmente una cedola dal valore pari a quello massimo dell’interesse sui BOT più recenti (più un 1%). Queste obbligazioni possono essere anche ripagate con azioni che appartengano all’emittente; sostanzialmente il loro scopo è volto all’autofinanziamento. Questo strumento permette agli enti locali di mantenere una certa autonomia nella gestione delle proprie risorse senza gravare ulteriormente sul bilancio statale.

Buoni ordinari del tesoro (BOT)
Si possono considerare come obbligazioni zero coupon, cioè prive di cedola, e durano intorno ai 12 mesi; il governo li emette per finanziare il debito pubblico dell’Italia. Il rimborso è pari al valore del titolo (100), che, non avendo la cedola, renderà la differenza fra la quota del rimborso e il prezzo a cui è stato emesso (minore di 100). Per valutare il rendimento in termini di percentuale dei titoli dovremo calcolare il rapporto fra rendimento assoluto (ottenuto sottraendo al valore di rimborso quello di emissione) e valore di emissione. Essendo zero-coupon, condividono con questo tipo di obbligazioni la duration (pari alla loro vita residua, in entrambi i casi). Chi vuole acquistare BOT emessi dallo stato deve farsi rappresentare da intermediari finanziari nelle aste cosiddette “competitive”, che si tengono all’interno di regolamentati mercati, come ad esempio il MOT (per quanto concerne lotti di 1000¤ o suoi multipli) e MTS (che si occupa dei lotti pari o superiori a 2.500.000¤); l’intermediario che riuscirà ad offrire la cifra più alta, come in una normale asta, si aggiudicherà il titolo per il proprio cliente.

Buoni del tesoro poliennali (BTP)
Per le loro caratteristiche sono considerati investimenti a capitale garantito; si tratta di certificati di debiti che hanno scadenza superiore alla durata di un anno (di solito fra 3 e 30 anni), e vengono negoziati al MOT; ogni sei mesi rendono cedole basate sul valore degli interessi stabilito per quell’anno. Quando la vita del BTP si esaurisce avviene la liquidazione di un’ultima cedola e il rimborso pari del capitale investito. Il debito pubblico italiano viene finanziato dallo Stato soprattutto attraverso questo strumento, oltre che ai BOT, i CTZ e i CCT (della durata massima rispettivamente compresa fra 3-12 mesi, 24 mesi e 7 anni).

Certificati di deposito
Chi li possiede ha il diritto di essere rimborsato del capitale (alla scadenza) e ricevere in più un interesse, che viene liquidato per mezzo di cedole (tranne nel caso il certificato sia stato sottoscritto con le caratteristiche zero-coupon); questo tipo di titolo è, oltre che trasferibile, anche vincolato. La loro duration oscilla tra i 3 mesi e i 5 anni, e il loro tasso d’interesse può essere, a seconda, variabile o fisso.I certificati di deposito si possono distinguere in varie categorie: quelli a tasso fisso, quelli a tasso variabile e quelli zero-coupon. Il possessore di questi certificati corre diversi rischi, ovvero quello di liquidità (i certificati che scadono prima dei 18 mesi dal momento della sottoscrizione possono essere rimborsati solo al momento della scadenza, e non prima); quello di tasso (la cedola rimane sempre costante, indipendentemente dai cambiamenti che avvengono sul mercato); quello di distruzione, furto, smarrimento (possibile solo in caso si tratti di un certificato fisico, materiale, e non solo su registrato su dossier). Le ritenuti fiscali su un certificato di deposito ammontano a 27 punti percentuali, mentre fino al ’96 era prevista un’aliquota pari al 12.5% per i certificati che durassero più di 18 mesi; sul mercato, in seguito a questi cambiamenti, le normali obbligazioni hanno superato in valore i certificati di deposito.

Certificati del tesoro zero-coupon (CTZ)
Sono, come abbiamo già spiegato per altri titoli simili, privi di cedole e dunque emessi per un valore inferiore alla pari e rimborsati invece alla pari, al momento della scadenza. La durata è di 24 mesi, e lo scopo del governo (che li emette) è ancora una volta quello di finanziare il debito pubblico; l’investimento minimo deve ammontare a 1000¤ e suoi multipli. La differenza prezzo vendita/prezzo acquisto ci permette di calcolare il rendimento di questo titolo, di cui i BOT possono essere considerati una sorta di “sottoinsieme”, se non fosse per la differenza di durata massima fra i due tipi di titolo (BOT 12, CTZ 24 mesi). Il decreto di legge nr 58 del 24 febbraio stabilisce che le aste che si occupano di questo tipo di titolo sono riservate solo a intermediari istituzionali con una particolare autorizzazione.

Certificati di credito del tesoro (CCT)
È un altro strumento che il governo emette come ulteriore finanziamento del debito pubblico; la loro durata è medio-lunga, il loro tasso d’interesse è variabile. Sono titoli al portatore le cui cedole gli consentono di rimanere abbastanza aderente ai tassi presenti sul mercato a breve; sono generalmente reputati sicuri dall’investitore medio, anche per via del loro rendimento, paragonabile a quello dei BOT.

Dividendo
E’ la quota dell’utile che gli azionisti ricevono dalla società distributrice, la quale affida la decisione ai suoi amministratori; essi decideranno modi, tempi, quantità e bilancio inerenti all’erogazione, in base ai bisogni che l’azienda ha in materia di investimenti. Il dividendo viene quasi sempre liquidato agli azionisti in una sola soluzione annuale (a volte anche in due quote semestrali), tenendo da parte una percentuale di esso come riserva legale e un’altra come riserva “d’emergenza” destinata ad operazioni finanziarie aziendali.

Riceve il dividendo colui che, il giorno prima dell’erogazione, possiede almeno un’azione dell’azienda emittente; le quote sono divise e distribuite proporzionalmente a seconda del numero di azioni che i clienti possiedono (ogni azione corrisponde ad una quota fissa), operazione che viene generalmente definita “stacco del dividendo”.

Il dividendo può essere di due tipi: normale (ogni anno, l’investitore in azioni riceve con regolarità il suo dividendo) o straordinario (privo di questa regolarità). Il modo in cui quasi tutti i dividendi sono erogati è in contanti, ma può accadere anche che siano erogati in prodotti aziendali (raramente) o in azioni (si “regalano” all’azionista, ogni 100, altre 5 azioni aggiuntive, aumentando il numero di azioni a disposizione del cliente ma svalutandone il valore singolo in quanto il totale dovrà essere diviso fra un maggior numero di azioni possedute).

Drop lock
Hanno un livello minimo di rendimento (detto trigger-rate) sotto cui non si può scendere; in caso contrario, cioè in caso il rendimento dovesse arrivare sotto il livello di trigger-rate, l’azionista continuerà comunque a ricevere coupon del valore minimo e le sue azioni saranno trasformate in azioni a tasso fisso automaticamente.

Eurobbligazioni
L’emissione di tali obbligazioni avviene nella valuta appartenente al proprio Paese, ma la sua negoziazione si svolge in un paese estero con valuta differente. A seconda della valuta dell’emissione, il nome delle obbligazioni si adegua: Euroyen ed Eurodollari sono solo due esempi.
La forma fisica di queste obbligazioni è decisamente rara; solitamente esistono e sono negoziate e mantenute in forma elettronica, con un sistema di clearing (ad esempio Clearstream), ed elettronicamente vengono anche pagate le cedole agli investitori.

Exchange-traded commodity
Sono lo strumento con cui società SPV, ovvero Special Purpose Vehicle, investono direttamente in materie prime (petrolio, ad esempio, o metalli preziosi) o affari ad esse inerenti; ricorrendo a questo mezzo finanziario di tipo ibrido (in quanto non si può identificare per armonizzazione), ci si lega strettamente all’andamento dell’attività sottostante ad esso.

Fideiussione
La Fideiussione è una garanzia personale di tipo convenzionale o legale atta ad agevolare la richiesta di finanziamento da parte di quei soggetti che da soli non sarebbero in grado di offrire le garanzie necessarie.

Fideiussore
Il fideiussore viene definito ai sensi dell’art.1936 del Codice Civile come >. Il fideiussore risulta pertanto obbligato in solido con il debitore principale e l’adempimento potrà essere richiesto dal creditore indifferentemente a questi o al debitore principale. Questo è valido solo se non è previsto nel contratto il beneficio di escussione, particolare clausola che garantisce al fideiussore il diritto di pretendere che il creditore rivolga la sua rivalsa ad al debitore principale prima di agire nei suoi confronti. Una volta ripagato il debito al creditore, il fideiussore avrà diritto di rivalsa nei confronti del debitore principale. Vi sono essenzialmente due modi per recuperare il denaro prestato, il primo è quello agire in via surrogatoria e quindi esigere gli interessi a partire dalla scadenza dei termini di pagamento; il secondo è l’azione di regresso, attraverso la quale si potranno esigere gli interessi solo dal momento in cui il fideiussore avrà saldato il debito con il creditore.

Fido bancario
Concedendo un fido ad un cliente la banca in questione gli garantisce una certa somma di denaro, assumendo o garantendo un titolo obbligazionario per suo conto; chi beneficia di questo fido può scendere con il livello del suo conto corrente fino alla cifra concessa dal fido stesso, appunto, senza le normali ripercussioni conseguenti. Un fido bancario è particolarmente vantaggioso per coloro i quali necessitano di una maggiore elasticità nell’utilizzo del proprio conto, come ad esempio quelle società medio-piccole i cui introiti sono incerti e non certamente prevedibili. Ottenendo un fido, si accetta di pagare degli interessi sulla quota che si utilizzerà; se ad esempio viene concesso un fido di 2000 €, e di questi se ne utilizzano solo 1000 €, si pagheranno interessi solo quei 1000 €, calcolando soltanto i giorni in cui il conto ha presentato effettivamente uno scoperto.

Fondi di fondi
Si tratta di una diffusa forma di investimento con cui si investe in ulteriori fondi d’investimento, ovvero non in attività primarie bensì secondarie, nate direttamente sul mercato finanziario; spesso questi investimenti sono gestiti da stati diversi da quello cui appartengono. I fondi di fondi si rivelano una forma d’investimento che offre molti più vantaggi rispetto altre forme: i rischi sono infatti ridotti dalla vasta articolazione, in vari settori dell’economia, degli investimenti implicati (differenti merci, valute e gestori). I lati negativi consiste invece nei costi gravanti sull’investitore (commissioni al momento dell’ingresso, commissioni, anche se solo ipotetiche, sulla gestione sia della totalità dei fondi che dei singoli settori coinvolti) e nella scarsa trasparenza dei propri investimenti, in quanto non sempre si conosce con esattezza il settore verso cui sarà diretto l’investimento.

Financial future
Di cadenza generalmente trimestrale, questi contratti riguardano il futuro e sono caratterizzati da tassi d’interesse a breve termine.

Autorità di regolamentazione
Essa deve definire le regole da utilizzare in borsa e le caratteristiche da fissare in ogni future per renderlo standard, esercitare un controllo sugli operatori che dovranno effettuare la negoziazione dei futures in borsa, garantire delle condizioni di trasparenza rispetto al mercato.

Immobilizzazione
È un termine usato in ambito economico e indica quel bene appartenente ad un’impresa (e di solito mantenuto al suo interno per lunghi periodi di tempo) che dispiega i propri benefici economici non in un solo luogo definito, ma in una serie di esercizi differenti. Esistono tre diversi generi di immobilizzazioni, ovvero finanziarie, materiali e immateriali; l’appartenenza di un bene all’una o all’altra categoria non è fissata una volta per sempre e non dipende dal bene stesso, bensì dall’uso che di esso l’azienda decide di fare nei diversi momenti.

Portafoglio
Se persone fisiche o giuridiche, a seguito di un investimento, assemblano varie attività finanziarie, creano un portafoglio (o portfolio). Perché creare un portafoglio? Con questa operazione, un investitore ha il vantaggio di ridurre il rischio di perdite sostanziali, in caso della perdita di un singolo titolo; questo accade grazie alla diversificazione dei suoi investimenti.

Prestiti sindacati
Spesso singole banche non possono correre il rischio di erogare prestiti e dare finanziamenti. Può accadere dunque che si formi un consorzio di banche (detto pool) il quale si impegna ad erogare a favore di un’impresa dei prestiti, denominati in questo caso prestiti sindacati o “finanziamenti in pool”. Il consorzio di banche, detto secondo la terminologia anglosassone lenders, si scioglie terminata l’operazione per il mutuatario (detto analogamente borrower). Ma come vengono suddivisi i compiti all’interno del pool? Innanzitutto l’istituzione creditizia che si assume la responsabilità dell’operazione viene detta banca arrenger. Generalmente è la stessa che coordina dopo la sindacazione e dunque assume anche il ruolo di banca capofila. L’istituto che si occupa degli aspetti amministrativi dopo l’operosità del prestito è denominato banca agente, mentre partecipante è la banca che eroga parte della somma per il prestito.

Liquidità
Il termine è piuttosto complesso ed occorre quindi ben intendersi sul campo al quale ci riferiamo quando parliamo di “liquidità”. Nell’ambito della ragioneria, essa costituisce la quantità di denaro immediatamente disponibile, oppure le altre forme di Titoli di Pagamento subito monetizzabili; simile significato essa assume nell’ambito patrimoniale in cui appunto si fa riferimento ad una situazione di disponibilità di denaro o di altre forme di pagamento immediate. In campo finanziario, si utilizza il termine liquidità in riferimento ad un investimento atto a trasformarsi velocemente, possibilmente senza perdite, in denaro. E’ chiaro che non è possibile esonerare o circoscrivere sempre le perdite. Si pensi ad esempio allo svincolo di titoli obbligazionari, influenzati dal cambiamento del mercato.

Lettera di credito
Una banca, per permetterti di ottenere un finanziamento da altri soggetti, banche stesse o fornitori che siano, deve assicurarti una garanzia, un appoggio, e per far questo deve emettere un documento, la cosiddetta lettera di credito. L’utilizzo di tale documento è spesso associato ad operazioni di esportazione ed importazione, ed è dunque particolarmente comodo nel caso in cui le parti in questione appartengano a nazioni diverse. Che cosa avviene? In sintesi viene messa a disposizione, dall’acquirente, una somma di denaro che il venditore utilizza per la fornitura di beni e di servizi. Ciò è possibile solo se si rispettano le condizioni pattuite in partenza, controllate dalla banca, e se le operazioni sono regolamentate in riferimento alle Norme ed Usi Uniformi.

Straddle
Se decido di acquistare o vendere contemporaneamente un’opzione put e una call con il medesimo strike price e medesima scadenza, attuo una strategia, che mi consente di ottenere profitto indipendentemente che il prezzo salga o scenda. L’unica condizione necessaria è che esso si muova minimamente, nel caso io venda, o massimamente, se desidero acquistare. Tale strategia è denominata straddle.

Strangle
Si tratta di una strategia simile allo straddle, ma con una differenza costitutiva. In entrambi infatti si acquistano o si vendono contemporaneamente un’opzione put e una call con medesima scadenza; ma nello straddle è uguale anche lo strike price, mentre nello strangle esso è differente. E’ anch’essa una strategia sempre vantaggiosa: occorre solamente verificare il range generato dai due strike price ed accertarsi che il prezzo del sottostante si muova sufficientemente all’interno (se si vende uno strangle) o all’esterno a sufficienza (se lo si acquista).

Strumenti finanziari
In sostituzione dell’antica dicitura “valore mobiliare”, inadeguata ormai alle nuove tipologie di investimento, è stata introdotta la nozione di strumento finanziario. Tale introduzione è avvenuta per la prima volta grazie al cosiddetto Decreto Eurosim. Ma che cos’è uno strumento finanziario? Appartiene ad una particolare categoria di prodotti finanziari, ed è pertanto un mezzo di investimento di natura finanziaria. Secondo il codice, non sono strumenti finanziari i mezzi di pagamento, come gli assegni o la moneta.

Prestito fiduciario
Questo prestito è detto fiduciario proprio perché tra il richiedente e la banca viene ad instaurarsi un rapporto di fiducia. Si dovrà infatti dimostrare soltanto di essere un lavoratore, autonomo o dipendente e di percepire un fisso mensile sufficiente al rimborso delle rate, senza bisogno di altre garanzie. Con il prestito fiduciario, non finalizzato all’acquisto di un determinato bene, si possono ottenere cifre anche cospicue in pochi giorni così da poter sopperire ad una temporanea mancanza di liquidità.

Delega di pagamento
La delega di pagamento è un particolare tipo di prestito che permette di ottenere un addebito di una rata pari al massimo ai due quinti dello stipendio netto. Essendo in tutto e per tutto simile alla Cessione del quinto, per ottenerlo basta essere lavoratori dipendenti e dimostrare di ricevere un fisso mensile. È opportuno ricordare che questo tipo di finanziamento viene concesso automaticamente solo ai dipendenti della pubblica amministrazione, mentre per tutti gli altri tipi di dipendenti si dovranno valutare i singoli casi e non c’è alcuna garanzia di essere accettati. Il rimborso avviene tramite trattenute dallo stipendio e al prestito vengono di solito allegate due polizze assicurative, una di rischio vita e l’altra di rischio impiego. Si possono ottenere finanziamenti fino a 80.000 euro da rimborsare in massimo 10 anni dalla concessione.